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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 21
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originale
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[21] Ab utroque autem sciscitor, cur mundi aedificatores repente exstiterint, innumerabilia saecla dormierint; non enim, si mundus nullus erat, saecla non erant (saecla nunc dico non ea, quae dierum noctiumque numero annuis cursibus conficiuntur; nam fateor ea sine mundi conversione effici non potuisse; sed fuit quaedam ab infinito tempore aeternitas, quam nulla circumscriptio temporum metiebatur, spatio tamen qualis ea fuerit intellegi potest, quod ne in cogitationem quidem cadit, ut fuerit tempus aliquod, nullum cum tempus esset) --
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traduzione
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21. Ad entrambi vorrei poi fare una domanda: perch? mai i costruttori del mondo si sono fatti vivi tutt'a un tratto,
dopo aver dormito per tanti e tanti secoli? Anche se il mondo ancora non esisteva, non si pu? negare che gi? esistessero
? secoli. E per secoli non intendo quelli determinati dallo scorrere degli anni attraverso il continuo alternarsi dei giorni e
delle notti. Ammetto che questi ultimi sono inconcepibili se non messi in dipendenza dal moto del firmamento, ma certo
vi fu una sorta di eternit? proiettata in un infinito passato, non divisa in periodi di lunghezza determinata, ma
intelligibile se riferita a concetti spaziali. Che sfugge a ogni nostra capacit? di comprensione la possibilit? che esistesse
un tempo qualsiasi quando il tempo stesso non esisteva.
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